Infanzia
“Crescere è incontrare il mondo, incontrare la realtà. Il bambino inizia a costruire la sua avventura amorosa con il mondo solo se è accanto ad un adulto che gli infonde fiducia e che gli comunica attraverso i gesti, l'esperienze e i modi di essere, che incontrare il mondo è bello”.
(Margaret Mahler)

Quali problematiche vengono trattate?
Gli psicoterapeuti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sono in grado di trattare un’ampia gamma di difficoltà che i bambini possono incontrare dalla prima infanzia all’adolescenza e lavorare con i genitori. Nel lavoro con i bambini sotto i cinque anni lo psicoterapeuta può aiutare a superare le difficoltà relative al sonno, all’alimentazione, agli scoppi di rabbia e ai capricci.
Nel lavoro con bambini più grandi si occupa di:
difficoltà relazionali con i coetanei;
comportamenti aggressivi;
insicurezza e mancanza di autostima;
comportamenti autolesivi;
disturbi dell’alimentazione;
comportamenti oppositivi;
depressione;
ansia;
problematiche derivanti da trascuratezza e/o abuso.
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Cosa accade in una seduta con il bambino?
Lo psicoterapeuta regola il proprio modo di lavorare in relazione al bisogno del singolo individuo e lavora in modo consono e corrispondente all’età del bambino. Generalmente nelle sedute individuali i bambini non parlano direttamente delle proprie difficoltà, ma comunicano attraverso il gioco utilizzando il materiale ludico che gli viene fornito. Quelli più grandi possono disegnare o giocare mentre gli adolescenti possono più facilmente parlare di come si sentono. I bambini molto piccoli e i genitori vengono invece visti insieme per riflettere sulla loro interazione e promuovere modalità relazionali più gratificanti per entrambi, così da sostenere lo sviluppo armonico del bambino.
Lo psicoterapeuta è in grado di riflettere su ciò che osserva nella dinamica genitori e figlio e ha come obiettivo quello di aiutare l'adulto a pensare a sua volta sia ai propri vissuti che a quelli che il bambino ha comunicato loro, in un’atmosfera non giudicante e supportiva. D'importanza centrale è la rappresentazione da parte del terapeuta degli stati mentali del genitore e del bambino nel qui e ora dell’interazione, allo scopo di promuovere nel genitore la capacità di sintonizzazione emotiva con il figlio, correggere dei modelli interattivi non appropriati e promuovere una relazione maggiormente serena.
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Il Gioco in Terapia
Il gioco per antonomasia è lo strumento principale attraverso cui i bambini si esprimono e sperimentano sé stessi. E’ uno degli strumenti attraverso la quale si instaurano relazioni significative con i coetanei e con gli adulti. Attraverso il gioco, i bambini riflettono la loro realtà interna, esprimono le loro fantasie, i loro sogni e le loro paure, ci dicono chi sono e cosa provano. Per questo motivo, ad oggi è ancora uno degli strumenti maggiormente utilizzati nella pratica clinica.
”Giocando il bambino scopre sé stesso e il mondo”
"É nel giocare e soltanto mentre gioca che l’individuo, bambino o adulto, è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé."
​(Donald W. Winnicott)