Adolescenza
"Ricorderai l’adolescenza come il periodo dalle emozioni più intense e dalle esperienze più vere. Un adolescente si butta con ogni cellula del suo corpo in quel che fa, se non altro perché è la prima volta."
(Stephen Littleword)

Negli ultimi anni, rispetto al passato, gli adolescenti richiedono di poter andare dallo psicologo con una maggiore facilità. Ad oggi, si rivolgono ad un professionista quando sentono d’attraversare un momento di difficoltà che non riescono a superare autonomamente o quando compaiono dei sintomi a cui non riescono a dare una spiegazione razionale. I sintomi infatti hanno sempre una forte valenza comunicativa e sono spesso espressione di un disagio che i ragazzi non riescono a comunicare verbalmente. A volte, i sintomi possono diventare talmente intensi da condizionare la quotidianità dei ragazzi. E' per questo importante poterli aiutare.
Cosa accade quando un ragazz* decide d’andare da uno psicologo?
Il percorso terapeutico a seconda dell’età dell’adolescente, prevede alcuni incontri preliminari con i genitori in modo da raccogliere le informazioni di base sulla storia del ragazz* e firmare l’autorizzazione alla presa in carico, essendo minorenne. Spesso, questi primi incontri non prevedono la presenza del ragazz*.
Dopodiché s’incontra il ragazz* e nel corso delle prime sedute, ci si conosce e si cerca di comprendere cosa l’abbia portato a chiedere il sostegno di un professionista. Insieme, si stabiliscono gli obbiettivi da raggiungere, obiettivi che vengono monitorati nel tempo e che possono essere ridefiniti durante tutta la durata del percorso.
I genitori, anche nel percorso con gli adolescenti rappresentano sempre una risorsa importante e per questo, seppur con una frequenza minore rispetto a quella che viene richiesta nel lavoro con i bambini, parteciperanno durante tutta la durata della terapia del figli*, ad incontri nella quale si parlerà di come si sentono in relazione a loro e nella quale potranno esprimersi liberamente, senza essere giudicati o criticati per tutte quelle difficoltà che sentono di avere quando si rapportano al ragazz*. Questi incontri, sono importanti perchè per la buona riuscita della terapia è fondamentale anche la collaborazione e l’impegno da parte dei genitori. In questi incontri, NON si condividerà quanto detto nelle sedute a meno che non sia il/la ragazzo/a a chiederlo espressamente al terapeuta e se vorrà, potrà essere presente.
Spesso, le richieste riguardano:
Difficoltà relative all’alimentazione;
Ritiro sociale e difficoltà relazionali;
Disimpegno scolastico;
Disagio rispetto al corpo e alla sessualità;
Confusione in merito all’identità di genere o all’orientamento sessuale;
La comparsa di sintomi quali ansia, irritabilità, insonnia, basso tono dell’umore.
"Nessuno si sofferma sul periodo di mezzo della vita, quello in cui il bruco lotta per diventare farfalla. Ci si ricorda sempre e solo dello strisciare sulla terra o dello spiccare il volo…L’adolescenza sembra essere un periodo fantasma, occupato solo da un ingombrante soggetto: l’attesa. Eppure è il periodo che più lascia tracce nella nostra personalità.
I dolori, le vittorie, le delusioni, le piccole grandi conquiste, tutte quelle emozioni vissute nè con l’inconsapevolezza del bimbo e nè con la rassegnazione dell’anziano – quelle ci hanno formato, plasmato, reso le persone che siamo oggi. Dovremmo dare più importanza agli adolescenti, più valore, più rispetto. Sono loro le farfalle che riempiranno di colore il cielo del nostro futuro."
(Anton Valigt)